Dalle Alpi alle Ande

Capitolo 6°

Dal diario di guerra del Regio Smg Brin.
..............omissis............La partenza.

Come da ordini a 300 mg circa da Betasom e circa 24 ore di navigazione lenta e faticosa nel mare in tempesta,come di consueto in questa stagione nel G.di Guascogna,mi ritiro nel mio alloggio per aprire la busta sigillata degli ordini.
I battelli sono stati riforniti come non mai in precedenza e l'intuito mi suggerisce che non si tratta della solita missione di pattugliamento in Atlantico.
Accendo la piccola luce della cuccetta,fioca come una lampada da cimitero e chiudo la tenda,immaginando che anche il Cte. Duval stia facendo la stessa cosa.
Dalla busta escono un mucchio di fogli,alcuni sciolti,altri rilegati e in particolare un grosso foglio ,più volte ripiegato,attira la mia attenzione.
Dispiegato il grosso foglio mi rendo conto che è una riproduzione di una carta nautica,però su carta più leggera e sottile.
Riconosco subito la zona ! Terra del fuoco,Ushuaia , Glaciar Perito Moreno,Stretto di Magellano e Capo Horn ! Il terribile e temuto Cabo de Hornos !
Noto una sottile linea tracciata con un lapis e che termina nel mezzo del labirinto di isole e isolette dello Stretto di Magellano.
Dunque è questa la nostra destinazione ! Mi vengono alla memoria ancora tutti i ricordi di prima della guerra ; ero già passato ben tre volte dall'Horn e tutti e tre i passaggi sono ancora terribilmente vivi nella mia memoria.
Nessun racconto di marinaio può rendere esattamente cosa significhi l'Horn ! Onde alte come case che fracassano tutto quello che
incontrano quando si abbattono sulle navi !
Ma ciò che più atterrisce è la presenza dei ghiacci. Autentiche montagne di ghiaccio che vagano seguendo le correnti.
E ancora .....il freddo...penetrante...terribile , che qualunque vestiario si indossi non protegge dal vento gelido che trova sempre un varco per mordere la carne.
Il battello continua a rollare e beccheggiare come un cavallo imbizzarrito e continui scrosci d'acqua entrano dal portello della torretta.
Ho ancora una caterva di documenti da leggere ed è meglio che profitti ora per farlo.
E nulla può sorprendermi di più ! Ecco cosa sono le casse di legno che abbiamo imbarcato ! Generosamente suddivise fra i due battelli per non appesantirli troppo ! Dobbiamo fare da postali per il corsaro Atlantis !
Consegna urgentissima di parti di ricambio ! Ora i battelli italiani vengono bene con i loro spazi tanto criticati dai nostri cari alleati !
E figuriamoci ! Se avessero dovuto impiegare i loro battelli ne avrebbero dovuto inviare almeno quattro.
Per san mosè ammiraglio del mar rosso ! Che razza di missione ci hanno affidato! E bisogna anche correre perchè hanno gli inglesi che gli fiatano sul collo ! proprio niente male come programmino. Sarà poi necessario controllare le casse destinate al nostro battello,perchè sicuramente il reparto dettaglio ci avrà fornito vestiario per climi polari .
Ma per questo bisognerà aspettare che questa tempesta abbonacci. Per ora c'è da informare il mio secondo e studiare insieme le rotte più brevi per profittare delle correnti oceeniche favorevoli,dei venti e delle condimeteo stagionali.
Bisognerà anche posizionare i punti di rifornimento sulla carte nautiche, si dovrà ulteriormente razionare l'acqua che già normalmente viene distribuita con il contagocce, fare due conti con il Dir sui consumi di nafta e lubrificanti..............una marea di cose da organizzare e infine ,in acque più tranquille accostarci all'IRIDE e fare una riunione con il Cte.DUVAL e il suo secondo per definire un'unica strategia e prevedere il prevedibile !
Metto una sigaretta fra le labbra ma non l'accendo. Mi è venuto alla mente della cena con l'Ammiraglio di qualche settimana prima.
Si era tanto parlato di mare,di navigazione,di esperienze fatte all'estero !! Ecco perchè ero stato scelto ! Perchè sapevano che ero già stato dalle parti dell'Horn ! Quindi era già nell'aria da un po' questa spedizione.
I nostri battelli,già logorati da mesi di pattugliamenti in Atlantico, reggeranno ? Riusciremo a completare la missione e tornare a casa ?? Ci sono circa 9000 miglia marine da fare più altrettanto per il rientro ,non è uno scherzo per un battello con così poca autonomia e spazi ristrettissimi.
Per non parlare dei macchinari ormai alla frutta !
E ora poi bisognerà anche comunicare la lieta novella all'equipaggio ; ma lasciamo prima che si calmi un po' la buriana che c'è intorno al battello. So di poter contare su ognuno dei miei uomini del tutto incondizionatamente. E' gente in gamba che ormai ha già miglia e miglia di mare nelle ossa. Alcuni hanno il volto cotto dal sole e raggrinzito dalla salsedine. I miei marinai !
La mia gente ! La gente del Regio Smg. Brin !

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AT COMANDO X FLT MAS
TELEGRAFICO : GRUPSOM
REP.OPERAZIONI
DE RS BRIN - Cte ETNA
01/06/1940 Posiz. 55°01' S - / 0° 23' W
Battelli pervenuti in posizione.Inizia servizio Postale !SemiAlt
Pregasi provvedere at rientro per scalo intermedio
per urgenti riparazioni e rifornimenti.semialt
Se possibile evitare Montevideo.ALT
Segue rapporto finale.
FINE
RS Brin - Cte- ETNA

 

Eccoci ! Siamo in zona di operazioni finalmente. Battelli ed equipaggi esausti ma pronti. Anche il personale che ha riportato leggere intossicazioni dal Cloruro di Metile sviluppatosi dal malfunzionamento dei condizionatori è di nuovo in piedi.
Dopo migliaia di miglia e quasi 30 giorni di navigazione eccoci fermi in mezzo alla nebbia ,alla pioggia,alla neve e in un mare che ci
sbatacchia come tappi di sughero. Grosse e gonfie ondate prendono d'infilata lo stretto e ci tormentano senza sosta ; si ode l'immenso fragore delle onde contro la rocce che intuiamo essere lì ,da qualche parte,molto vicine e perse nella nebbia.
Fa un freddo incredibile ; siamo in 5 in controplancia ma nessuno sembra dare segni di vita ; sembriamo immobili statue di ghiaccio,confuse nello scenario da tregenda. Permetto alle vedette di prua,a turno con le altre,di scendere nella piccola plancetta riparata mentre le altre sono ridossate ai lati del cannone che abbiamo di poppavia e in torretta. Che strana sistemazione per un cannone ! Pare che appena possibile ci modificheranno la falsatorre e speriamo anche che mettano il cannone in coperta.
I nostri occhi sono ridotti a due fessure congelate e milioni di aghi sembrano penetrare nei volti scavati dalla stanchezza.
Abbiamo tutti le barbe lunghe che ironicamente tutto fanno tranne che proteggerci dal freddo !
L'altro battello è leggermente di poppa e a mala pena se ne intravede l'affilata prua .
E' già da un po' che siamo fermi in attesa di una improbabile schiarita per infilare lo stretto passaggio che abbiamo visto sulla carta.
Ma il tempo passa e da come stanno le cose, dubito fortemente che si possa avere una schiarita.
Bisogna andare, ogni minuto che passa può essere l'ultimo,quello fatale.
Ordino di segnalare all' IRIDE con la lampada che è giunto il momento della nostra cavalcata finale.
Urlo nel portavoce il Pari Avanti Massima e alla via così .
Con le mani avvolte negli inutili guanti stringo il deflettore antivento sul tettuccio della piccola plancetta sottostante.
Lo sguardo cade sulle lettere e sui numeri,dipinti con vernice bianca sulla lamiera.Ormai sono sbiaditi e consumati dal mare e dal sale,bisognerà che al ritorno si ravvivino tutti, è la nostra piccola tabella per fare calcoli veloci nei lanci in superficie.
Il battello prende sempre più velocità e dalla prua arrivano masse di bianca e freddissima spuma salata.
Nella caligine ovattata si cominciano a delineare enormi ombre scure : non pensavo di essere già così vicino al passaggio.
Faccio segnalare immediatamente al nostro compagno che ci segue come un fedele segugio,con la lampada a lampi di luce.
Il buon DUVAL risponde di aver già intravisto qualcosa al periscopio ! Il buon e vecchio DUVAL !
Ha tutto il periscopio alzato e aiuta le vedette con un sottufficiale fisso dabbasso all'oculare !
Comincio a notare alcune onde che vengono da entrambi i nostri lati ; sono le onde di ritorno che rimbalzano sulle rocce.
Allora ci siamo . Speriamo di riuscire a vedere il pertugio.
Buon Dio !! Eccolo ! Molto più stretto di quello che la carta nautica lasciava intendere e nel mezzo un autentico inferno biancheggiante di schiuma che periodicamente sale verso il cielo.
L'acqua intorno ai fianchi del battello prende a vorticare tumultuosa mentre la coperta sembra sparire sotto una coltre di bianca ovatta.
L'IRIDE è sempre li di poppa che ci segue fiducioso ; se per un qualsiasi motivo il BRIN perde d'abbrivio ce lo troviamo addosso in un attimo. Meglio non pensarci e guardare di prora. Ci sono le vedette per tenere d'occhio la poppa.
Le rocce si avvicinano sempre più al nostro povero e tormentato scafo ; ecco ! Ci siamo. E' il momento di giocarci tutto quello che il mare ci ha insegnato in questi anni.
Decido di prendere personalmente il timone,non perchè non mi fidi del mio timoniere,ma per avere più immediatezza di esecuzione nella manovra. Fortuna che ormai i finestrini della plancetta riparata hanno perso da tempo gli spessi cristalli,sarebbero stati solo un grosso problema. Sono solo contro il mare,contro gli elementi della natura scatenati e che urlano tutta la loro ferocia.
Il battello fila velocissimo attraverso il passaggio ; è uno spettacolo irreale : rocce altissime che sprofondano a picco nel mare !
Siamo passati.E il primo è fatto ! Chiedo alle vedette di darmi notizie dell'altro battello. Mi rispondono rassicuranti che è dietro di noi ed è passato anche lui. Ormai nulla più ci può fermare ; una sorta di esaltazione,che forse è meglio controllare con decisione,mi fa somigliare sempre più a un cavaliere dal lungo mantello e in sella ad un nero destriero.
C'è ancora tanto da affrontare.Difatti davanti alla prua si manifesta il secondo passaggio,apparso dalle profondità dell'inferno.
Ci infiliamo a tutta velocità senza esitare : o la va o la spacca ! Mi è sembrato di percepire un leggero stridore metallico.
Ma non ne sono sicuro.Chiedo dabbasso aggiornamenti su eventuali infiltrazioni : ma è tutto sotto controllo,nel senso che l'acqua che si intrufola nell'interno non è nulla più del normale e del solito. Siamo come pesci !
Via ! Anche il secondo strettissimo passaggio è una pratica archiviata ! Ora la costa rocciosa comincia ad allontanarsi dai nostri fianchi rugginosi e coperti di verde vegetazione . Decido di seguire fino alla prossima accostata la linea della costa alla nostra dritta.
I termici girano a meraviglia.Il nostro Dir e la sua gente ,hanno fatto miracoli dabbasso,nel "buco nero" !
Dal tubo portavoce,una voce gorgogliante mi avvisa che sono stati intercettati segnali radio in chiaro e in inglese.
Maledizione ! Gli inglesi sono già in zona !
Appena ho una punta rocciosa al traverso di dritta,memorizzata durante lo studio della carta nautica,accosto decisamente verso Nord,sempre seguito dall' IRIDE. E' stato tutto già pianificato giorni addietro,durante la nostra breve sosta in mezzo al mare.
Chiedo notizie frequenti allo scandaglio e ne ricevo dati rassicuranti. La costa la vedo a mala pena.
Lascio il timone al marinaio di guardia e torno in controplancia,accolto , tanto per cambiare,da una schiaffeggiata di acqua freddissima. Non si può mollare un solo attimo : la vedetta di prua urla qualcosa e fa segno con il dito puntato dritto di prua.
Una montagna altissima di ghiaccio si avventa contro di noi ; rapidissima accostata sulla sinistra con il timone tutto alla banda solo per pochi attimi,giusto per far prendere la correzione di rotta e immediatamente ordino di scontrare,altrimenti il battello prende la mano al timoniere e deriva troppo a sinistra.Lasciato l'IceBerg di poppa,rimetto in rotta. Ma ancora una montagna dai riflessi bianchi e azzurri si erge su di noi come per ghermirci.Ancora una rapida accostata. Andiamo avanti così almeno per mezz'ora,poi le montagne di ghiaccio sembrano sparire nel nulla.
Ordino all ' RT di lanciare solo due volte il segnale per l'Atlantis come riportato sugli ordini ricevuti.
E puntuale,il segnale di risposta,ci giunge rapido e senza attendere il secondo tentativo. I tedeschi non aspettano altro che noi.
Ora bisogna aprire bene gli occhi per riuscire a intercettare i segnali ottici che la nave comincia a trasmettere verso sud,direzione dalla quale si aspettano di vederci comparire.
Minuti lunghi come le interminabili guardie notturne in Atlantico.
Ma ecco che alcuni lampi di luce squarciano la coltre di pioggia . Eccolo ! Eccolo li l'Atlantis,scafo scuro e fumaiolo alto, prendere forma sempre più velocemente. E' ora di ridurre i giri del motore.
Veloce ed elegante manovra per affiancarci al corsaro lungo la sua dritta,dove troviamo un po' di ridosso grazie anche all'olio che i marinai tedeschi hanno prontamento versato sulla superficie del mare.
Veloci,appena terminato l'ormeggio,iniziamo il trasbordo delle casse di legno. Il Com.te Rogge ci vorrebbe suoi ospiti a bordo. Ma temo che il tempo concessoci dalla sorte sia al termine. L' RT mi dice che i segnali radio sono di intensità maggiore.
Faccio accostare di poppa anche il nostro inseparabile compagno. Dobbiamo effettuare la consegna e filare verso Sud entrambi.
Una cassa finisce in mare,ma miracolosamente resta a galla,mentre un marinaio tedesco incurante dell'acqua gelida si tuffa per assicurare una cima all'imbracatura. Lo recuperano rapidamente in coperta e subito di sotto al caldo.
L'ultima cassa fila verso il corsaro famelico e momentaneamente azzoppato.
Siamo pronti. Molla tutto a prua e a poppa.Timone 10° a sinistra e pari avanti adagio.
Appena liberi dall' Atlantis mettiamo rotta per Sud e ci immergiamo con mille precauzioni a causa del basso fondale.
Dobbiamo fare ascolto agli idrofoni per prevenire qualsiasi sorpresa. E puntuale ,appena a quota periscopio,anche senza cuffie,possiamo distintamente udire il classico e inconfondibile rumore delle macchine a vapore .
Abbiamo perso di vista il nostro inseparabile compagno, ma sappiamo poi dove trovarlo. Era già stato tutto concordato.E il Cte.DUVAL è un abile marinaio.
Il timore adesso è che con la scarsa visibiltà non si riesca ad avvistare per tempo il nemico.
Questa mano ce la dobbiamo giocare come possiamo. Il rumore di macchina alternativa è diventato molto forte e ormai è quasi dritto di prua. Al periscopio nulla. Rischiamo di non riuscire ad armare i siluri se aspettiamo troppo.
Non c'è altro da fare.Ordino all'Uff.le al Tiro di lanciare una salva di 4 siluri con apertura massima di due gradi e facendo tutti i suoi calcoli con il solo riferimento dei rilevamenti acustici. Un breve consulto e decidiamo di stimare la distanza così,d'istinto e come ci suggeriscono i nostri timpani.
Tutto è pronto ; una rapida ,quanto inutile ,occhiata al periscopio e dò l'ordine di lancio .
Quattro scossoni mi confermano che tutti e 4 i tubi si sono svuotati.Vengono richiusi i cappellotti e i siluristi cominciano a ricaricare.
Anche l'interno del battello è freddo,quasi più freddo che fuori se possibile. Ma nessuno vi bada.
Ed ecco che quattro fortissime esplosioni si susseguono una dietro l'altra. Siamo tutti completamente rintronati e con i timpani dolenti. Il nemico deve essere molto più vicino del previsto.
Decido di emergere,visto che al periscopio non si vede nulla.
La decisione di emergere è stata provvidenziale ; durante la risalita,mentre svuotiamo le casse di zavorra il battello struscia con la chiglia sul fondo di ghiaia e roccia. Ma per fortuna non ci sono danni.Con sgomento mi rendo conto
che i nostri siluri sono esplosi prima del tempo,forse urtando contro il fondo o contro qualche roccia.Prendo i rilevamenti della massa scura che distinguo a mala pena ormai di poppa al traverso di sinistra. Posso lanciare solo con i tubi di poppa ormai.Angoli di tiro semplicemente folli.Riesco a parlare con il Cte DUVAL comunicandogli gli esiti dei nostri lanci e che mi accingo a lanciare gli ultimi due siluri di poppa.Ordino il lancio senza molto entusiasmo.La stanchezza sta prendendo il sopravvento.
Ma dopo pochi minuti una violenta esplosione seguita da una vampata fra il rosso e il giallo ci fa capire di aver fatto centro.Almeno un pesce ha colpito !
La gioia è immensa e dilaga senza controllo. Ma sì !! Ce lo siamo proprio meritato sebbene l'Incrociatore Ausiliario bruci senza decidersi ad affondare.
Comunico al Cte DUVAL di effettuare i suoi lanci per finire la preda.
Anche lui,a fatica,riesce a piazzare una coppia di siluri nel fianco della nave già azzoppata dal BRIN : e questa volta non c'è scampo per il nemico.Violente esplosioni segnano la fine della nave inglese.L'Atlantis,allarmato dalle esplosioni ci chiede via radio e in chiaro notizie nel merito; subito dopo aver comunicato al Cte Rogge la notizia dell'affondamento della nave nemica,un potente suono di sirena si spande nell'aria.Rogge ci sta tributando il giusto trionfo.Dell’altra unità inglese di cui si erano intercettati i segnali,più nulla.
In sala radio,il Capo RT,aveva ascoltato alcune chiamate, quando avevamo iniziato l’attacco contro
l’incrociatore ausiliario inglese ,poi i segnali si erano fatti deboli fino a scomparire del tutto.
Probabilmente,l’altra nave era rimasta di guardia all’accesso della baia senza seguire il compagno,poi intuendo il peggio,il suo comandante abbia deciso di salvare l’unità uscendo dal labirinto in cui s’erano cacciati.
Ora possiamo fare salotto con il nostro alleato,non molto simpatico direi,ma la convenienza ce lo impone.
Qualche giorno di riposo e poi cominceranno tutte le revisioni e i lavori da fare per fare un ritorno sicuro,almeno fino al porto che ci indicherà il Comando lungo le coste del Sud America . E poi a casa ! E speriamo che stavolta ci scappi una licenza per tutto l'equipaggio.
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At: Comando X FLT MAS.
Telegrafico GRUPSOM
Rep.Operazioni.
De: R.Smg.BRIN - R.Smg.IRIDE
Cifrato
Missione completata con successo.semiAlt
Unita nemica affondata Circa 13000 Tonn.
Alt.
Previsto ETS fra 48 ore condimeteo permettendo.
Alt
Confermare porto per sosta richiesta.
Fine
R.Smg.Brin Cte ETNA


 

Grupsom - Sommergibili Mediterranei